AMANDA - QUEL GIORNO D’ESTATE
Amanda, Quel giorno d’estate il titolo utilizzato per il nostro paese, è un film che racconta la storia di un giovane ragazzo parigino di nome David, orfano di padre e abbandonato dalla madre, che passa le sue giornate impegnandosi tra lavori saltuari e prendendosi cura con evidenti difficoltà organizzative della sua amata nipotina. La sua famiglia sono sua sorella Sandrine, un insegnante d’inglese di liceo e la piccola e dolce Amanda di sette anni, cresciuta da sola e con il suo aiuto, perché mai riconosciuta dal padre. Le loro vite procedono serene, nei ritmi costanti e veloci delle consuetudini di una metropoli, fino a quando un fatto epocale irrompe nelle loro vite stravolgendone l’orizzonte e quelle poche certezze su cui poggiavano le loro esistenze. La vita costringerà David a crescere immediatamente, trasformando la sua spensieratezza giovanile, a tratti infantile e senza un’idea di futuro, nella tragica certezza di doversi rialzare velocemente per prendersi delle responsabilità che condizioneranno il suo cammino e quello della piccola Amanda, avvicinandosi mai come prima l’uno a l’altra, dovendo affrontare da soli le conseguenze della perdita di Sandrine.
Mikhaël Hers, regista e sceneggiatore francese al suo sesto lungometraggio, ha presentato questo film alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2018 e ha vinto il Gran Premio per la miglior sceneggiatura al Festival Internazionale di Tokyo sempre nello stesso anno. In patria verrà apprezzato per quest’opera, soprattutto tra i giovani, facendo parlare di sé grazie alla rievocazione delle ferite che gli attentati del 2015 hanno lasciato nei cuori dei parigini.
Il cast è parte integrante della riuscita del film, composto da giovani attori, su tutti la bambina Isaure Multrier in cui troviamo la capacità per nulla scontata di caricarsi sulle spalle alcune delle scene decisive, il promettente Vincent Lacoste (David) e Stacy Martin (Lena), nei panni di una ragazza proveniente dalla provincia ed insegnante di pianoforte di cui David si innamorerà, costruendo con lei una relazione profonda. Nel complesso troviamo in loro la capacità di creare quella giusta empatia con il pubblico, frutto di un lavoro concentrato sul quotidiano dei protagonisti, mettendo a fuoco quei gesti che sono le conseguenze del loro vissuto.
Di fatto l’atmosfera, di un’adorabile dolcezza che ci conduce nell’intimità di cuori afflitti, immedesima lo spettatore in questo tempo sospeso, in cui l’elaborazione del lutto diventa una strada solitaria fatta di lunghi silenzi, solamente a tratti interrotti dalla cognizione del dolore per l’inaccettabile perdita. Dai toni malinconici dove tutto si esprime sotto la superficie delle emozioni della vita, la narrazione si trasforma con discrezione col tempo, crescendo tra la prima e la seconda parte, alla ricerca di quella serenità perduta e riuscendo a toccare le corde dell’animo umano più profonde, accompagnandoci con una costante tenerezza e una sottile finezza dei particolari delle relazioni senza mai cadere in banalità descrittive, portandoci per mano dall’oscurità di una Parigi spettrale e impaurita alla luminosità di un pianto che libera miracolosamente una vita al debutto. Il regista ci vuol trasmettere il senso di smarrimento in cui ognuno di noi potrebbe trovarsi dinanzi alla complessità degli eventi della vita che portano a dei cambiamenti improvvisi ed inaspettati, scandendo il ritmo della sofferenza, coi tempi di una lacrima che lentamente scivola sul viso, tra rumorose assenze e sogni interrotti, ma con un desiderio innato di riaprirci alla vita da alimentare e comprendere col tempo per cercare la forza di ricominciare, invitandoci ad uscire dal nostro perimetro, proprio come faranno David ed Amanda che solamente slegandosi dall’idea di vita che conservavano per loro stessi potranno ritrovarsi.
Negli ultimi anni pochissimi film sono riusciti a descrivere così magistralmente il concetto di ricostruzione, con semplicità ed eleganza, esprimendo un’immagine radiosa e commovente senza la pretesa di esserlo, evidenziando così i dettagli dei sentimenti in modo minimale e profondamente rispettoso, trasformando un evento luttuoso in un inno alla sopravvivenza e all’amore, con un lungo primo piano in chiusura del film tra i migliori del cinema francese contemporaneo.
Probabilmente non a caso Mikhaël Hers ha scelto come nome della protagonista proprio Amanda, che sta a significare “colei che deve essere amata”, anche quando sembra impossibile, dove tutto sembra remare contro, nonostante tutto un po’ come la vita, perché con la sua grazia questa pellicola invoca sensibilità e regala speranza.
Cast: Vincent Lacoste (David Sorel), Isaure Multrier (Amanda), Stacy Martin (Léna), Ophélia Kolb (Sandrine Sorel), Marianne Basler (Maud Sorel), Jonathan Cohen (Axel), Greta Scacchi (Alison), Nabiha Akkari (Raja), Elli Medeiros (Eve), Claire Tran (Lydia), Bakary Sangaré (direttrice della Maison des Enfants), Zoé Bruneau (assistente sociale), Christopher Koderisch (giocatore di tennis)
Produzione: Nord-Ouest Productions, Arte France Cinéma, Pyramide Films
Distribuzione: Officine Ubu
Francia, 2018
Durata: 107’
RICONOSCIMENTI
In concorso alla 75. Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia (2018), sezione Orizzonti.
César 2019 nomination: candidatura miglior attore a Vincent Lacoste, candidatura migliore musica a Anton Sanko.
Gran premio per la miglior sceneggiatura al Festival Internazionale di Tokyo
MIKHAËL HERS
Francia/Parigi, 1975
FILMOGRAFIA
2006 Charell
2007 Primrose Hill
2009 Montparnasse
2010 Memory Lane
2015 This summer feeling
2018 Amanda
2022 The passengers of the night